I limiti neuromuscolari del

I limiti neuromuscolari del "no pain, no gain"

Uno studio aiuta a chiarire perché ci si sente stanchi dopo un esercizio fisico, evidenziando che lo spingersi oltre il punto di fatica in cerca di un più alto livello di prestazione non è sempre saggio. Un’ulteriore conferma di quanto il motto “no pain, no gain” sia generalmente da sconsigliare. Lo studio è la prima dimostrazione di come i metaboliti normalmente prodotti dall’uomo durante l’esercizio fisico, quando combinati tra loro, siano in grado di attivare i neuroni sensoriali che producono la sensazione di stanchezza e dolore muscolare.

Sappiamo che durante l’esercizio fisico, basse concentrazioni di protoni, lattato e ATP evocano sensazioni legate alla fatica, mentre concentrazioni più alte di questi metaboliti provocano addirittura dolore. La percezione della fatica è comune sia all’esercizio fisico, che ad alcuni stati patologici. Tuttavia, i meccanismi sensoriali dell’affaticamento muscolare non sono ancora stati pienamente compresi.

In precedenza, i ricercatori del dipartimento di anestesiologia dell’Università dello Utah avevano già indagato su come le sostanze prodotte dal muscolo potessero contribuire alla sensazione di fatica. Per determinarlo, avevano scelto di inoculare le sostanze una alla volta nelle cellule nervose isolate di topo. Nulla è accaduto quando i metaboliti erano inseriti singolarmente. Ma quando le cellule nervose erano esposte alla combinazione di tutte e tre le sostanze, queste hanno risposto in modo positivo. Gli stessi ricercatori hanno ripetuto e ampliato l’esperimento sull’uomo, iniettando nei muscoli del pollice dei soggetti testati una quantità di metaboliti paragonabile a quella prodotta durante l’esercizio fisico moderato. Dopo l’iniezione di ATP, Lattato e protoni i soggetti sono stati invitati a segnalare e descrivere le sensazioni di dolore e fatica. Anche in questo caso, quando i metaboliti sono stati somministrati contemporaneamente e a concentrazioni rapportabili ad un esercizio di media intensità, hanno suscitato sensazioni di fatica significativa. Quando, però, le successive iniezioni sono arrivate a concentrazioni massimali, paragonabili all’esercizio strenuo, i volontari hanno avvertito oltre all’affaticamento muscolare, anche sensazioni di dolore e indolenzimento, simili a quelle di un allenamento estenuante.

Lo studio documenta come la presenza di moderate frazioni di metaboliti siano in grado di mettere in allerta precocemente la fisiologia del nostro organismo, senza comunque impedirgli di continuare a lavorare. Ogni successivo incremento dei livelli di lattato, ATP e protoni tende all’aumento del senso di stanchezza, fino a quando alte dosi stimolano un diverso gruppo di neuroni legati alle sensazioni di disagio e dolore che, in breve, portano alla conclusione dell’esercizio fisico per evitare danni muscolari. Quindi, il detto “nessun dolore, nessun guadagno” può essere considerato vero solo in parte. In alcuni casi c’è bisogno di arrivare al limite, a patto, però, di non sottovalutare i segnali di allarme che il nostro organismo ci invia. Ignorare il dolore ed essere sempre al limite, a lungo termine, non si dimostra una strategia di buon senso.

Di seguito il link all'articolo

Experimental Physiology

Exogenously applied muscle metabolites synergistically evoke sensations of muscle fatigue and pain in human subjects.

 http://ep.physoc.org/content/99/2/368.abstract